Potrebbe aggravarsi la posizione di Chiara Petrolini, la studentessa arrestata per il caso dei neonati trovati morti nel giardino della villetta dove viveva a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. Dall’autopsia sui resti è emerso che anche il primo bimbo partorito dalla 22enne potrebbe essere stato vivo alla nascita. Per la giovane potrebbe quindi scattare l’accusa di duplice omicidio.
IL CASO
Chiara Petrolini, studentessa universitaria di 22 anni originaria di Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, è al centro di un'inchiesta giudiziaria che ha scosso profondamente l'opinione pubblica italiana. La giovane è accusata di aver partorito, ucciso e seppellito due neonati nel giardino della sua abitazione familiare.
Scoperta dei corpi e avvio delle indagini
Il 9 agosto 2024, durante un controllo nella proprietà dei Petrolini, i Carabinieri hanno rinvenuto il corpo di un neonato sepolto a pochi centimetri di profondità nel giardino. Pochi giorni dopo, il 7 settembre, sono stati scoperti i resti di un secondo neonato, sepolto nello stesso giardino. Le analisi del DNA hanno confermato che entrambi i bambini erano figli di Chiara Petrolini.
Le accuse e gli sviluppi giudiziari
Chiara Petrolini è stata inizialmente posta agli arresti domiciliari con l'accusa di omicidio volontario e soppressione di cadavere. Tuttavia, il Tribunale del Riesame di Bologna ha successivamente disposto la custodia cautelare in carcere, ritenendo insufficienti i domiciliari e sottolineando la gravità delle accuse. La decisione è stata motivata anche dalla preoccupazione che la giovane potesse reiterare comportamenti simili, considerando la sua età e la possibilità di future gravidanze.
Le dichiarazioni di Chiara Petrolini
Durante gli interrogatori, Chiara ha fornito versioni contrastanti. In un primo momento, ha negato di conoscere il farmaco Misoprostolo, utilizzato per indurre il travaglio, nonostante le ricerche sul suo computer dimostrassero il contrario. Successivamente, ha ammesso di aver partorito da sola nella sua camera, sostenendo che i neonati fossero nati morti. Tuttavia, le autopsie hanno rivelato che almeno uno dei bambini era nato vivo e aveva respirato prima di morire.
Il contesto familiare e sociale
I genitori di Chiara hanno dichiarato di essere all'oscuro delle gravidanze e dei successivi eventi. In conversazioni intercettate, hanno espresso shock e incredulità di fronte alle accuse rivolte alla figlia. La comunità locale è rimasta profondamente scossa dalla vicenda, descrivendo Chiara come una ragazza tranquilla e riservata, senza apparenti segnali di disagio o comportamenti sospetti.
Le indagini in corso
Le autorità stanno continuando a investigare per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, inclusi eventuali complici o persone a conoscenza dei fatti. Particolare attenzione è rivolta alle ricerche online effettuate da Chiara prima dei parti, che indicano una possibile premeditazione degli atti. Inoltre, si stanno valutando le condizioni psicologiche della giovane per comprendere le motivazioni dietro gesti così estremi.
Conclusione
Il caso di Chiara Petrolini rappresenta una tragedia complessa che ha sollevato numerosi interrogativi sulla salute mentale, il supporto familiare e l'attenzione della comunità verso segnali di disagio. Mentre le indagini proseguono, resta alta l'attenzione mediatica e sociale su una vicenda che ha profondamente colpito l'Italia intera.
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